Quale futuro per i Pianeta?
La manifestazione organizzata dalla sezione di Mistretta di Fidapa Bpw Italy
Interessante e significativa manifestazione quella svoltasi il 13 di ottobre a Mistretta (ME), a Palazzo Mastrogiovanni Tasca, dal titolo ”Quale futuro per il pianeta?”, a cura della locale Sezione Fidapa BPW Italy.
Dopo i rituali saluti di benvenuto, pronunciati dalla Presidente di sezione, Maria Di Salvo, e dalla Past Presidente, Lia Liuzzo, ha preso la parola la Past Presidente del Distretto Sicilia, Rosa Maria La Scola, per presentare al folto ed attento pubblico presente il tema internazionale della Fidapa BPW Italy “L’empowering delle donne per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, soffermandosi sui 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e , in modo particolare, illustrando i due obiettivi 6 (Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche e l’accesso alle strutture igienico-sanitarie), e 14 (Proteggere gli oceani ed i mari. Gestire in modo sostenibile le risorse marine), con i relativi traguardi. Ha affermato che le Nazioni Unite hanno riconosciuto come diritto umano universale l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari. “L’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani; invita gli Stati e le organizzazioni internazionali a fornire risorse finanziarie, competenze e tecnologie, attraverso l’assistenza e la cooperazione internazionale, in particolare verso i paesi in via di sviluppo, al fine di incrementare gli sforzi per fornire acqua potabile sicura, pulita, accessibile e disponibile e servizi igienico-sanitari per tutti”. Si è poi soffermata sulla protezione dei mari che sono purtroppo soggetti a considerevoli problemi di inquinamento. Ha chiuso il suo intervento con una citazione dovuta alla grande saggezza degli Indiani d’America: “ La terra non è una eredità ricevuta dai nostri padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”.
Esaurienti e di grande spessore, poi, gli interventi dei relatori.
L’ingegner Antonino Giunta (Agenda ONU 2030 Risorse Idriche), in merito alle risorse idriche, ha esordito affermando che 663 milioni di abitanti del pianeta non hanno accesso a fonti adeguate di acqua potabile. Potrebbe sembrare un problema concernente le sole popolazioni dei paesi più poveri del mondo, ma non è così perché, anche da noi, soprattutto in alcune zone del paese ed in alcuni periodi dell’anno, si verificano sempre più frequentemente episodi di crisi idrica. Ha dunque posto l’attenzione ai problemi che attengono alla situazione idrica in Italia dove la quasi totalità della popolazione ha accesso alla risorsa idrica sia potabile sia irrigua. Tra i ventotto Paesi dell’Unione europea, l’Italia ha il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite: 156 metri cubi per abitante. Sono stati prelevati, nel 2015, 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua per uso potabile, per la maggior parte (84,3%) provenienti da acque sotterranee.
L’indicatore sull’efficienza della rete di distribuzione, ottenuto rapportando il volume di acqua erogata agli utenti a quella immessa in rete, si presenta in Italia in peggioramento, diminuendo in particolare dal 62,6% nel 2012 al 58,6% nel 2015.
Il problema delle perdite, persistente e rilevante su tutto il territorio nazionale, con più del 40% di dispersione, oltre che alle perdite fisiologiche dovute alla estensione della rete idrica e al numero di allacci, è da attribuire a diversi fattori: alle dispersioni dovute alla rottura delle condotte, all’obsolescenza delle reti, ai consumi non autorizzati, ai prelievi abusivi dalla rete e agli errori di misura dei contatori, che chiamano ad una migliore gestione dell’utilizzo e ad urgenti investimenti di modernizzazione. Il 2017 è stato un anno di eccezionale mancanza di risorse idriche dovute principalmente alla scarsità di precipitazioni nell’ultimo trimestre del 2016, proseguita poi nel 2017: ben dieci regioni, Sicilia compresa, hanno chiesto lo stato di calamità naturale per i danni causati dalla siccità. Alla luce di quanto detto, conclude, è evidente che, anche l’Italia e soprattutto la Sicilia, subiscono alcune emergenze riguardo l’approvvigionamento ed il consumo delle risorse idriche quindi, occorre trasformare gli Obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare il goals 6 in strategie, politiche, interventi e azioni per il benessere dell’intero pianeta.
La professoressa Lucia Di Salvo ha trattato egregiamente il tema dell’inquinamento marino e dell’ambiente dando in tal modo l’avvio alla presentazione di un progetto didattico a cura degli alunni della classe II della scuola secondaria di I grado, annessa al Liceo Artistico Regionale “C.M. Esposito”di Santo Stefano di Camastra.
Interessanti e ben fatte le relazioni dei ragazzi che si sono avvalsi di presentazioni in power point, preparate da loro, per illustrare il tema dell’inquinamento marino, piacevoli tutti i loro interventi, incantevoli i grandi poster dipinti che ornavano la sala con mille pesci multicolori.
L’avvocato Angelo Palmieri ha poi chiuso i lavori con un lungo e articolato intervento su “Agenda 2030, Utopia o realtà ?” ponendosi l’interrogativo se potrà essere possibile, entro il 2030, porre fine a problemi gravi e fondamentali per tutta l’umanità quali, ad esempio, la fame e la povertà che affliggono tante persone nel mondo o la questione dei cambiamenti climatici. Proprio nell’ambito di questi ultimi, si sofferma sugli accordi di Parigi rilevandone tutte le criticità e segnalando che, molti paesi al mondo, pur avendo firmato tali accordi, barano sulle loro effettive emissioni di CO2. Conclude il suo intervento con profondo scetticismo nei confronti della speranza che possano essere raggiunti, entro il 2030, anche solo una parte degli obiettivi.