Obiettivo 15 - Vita sulla terra
In Italia Nel Mondo Proposte Target Approfondimenti
Contesto italiano
In riferimento all’ Obiettivo Vita sulla Terra, il Rapporto ASviS 2021 sottolinea che manca una reale comprensione del fondamentale ruolo svolto dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici.
Il Pnrr e le normative introdotte nel 2021 non si proiettano al 2030 e non considerano le indicazioni della nuova Strategia europea per la biodiversità, si evidenzia pertanto come non tengano conto dell’obiettivo di proteggere il 30% del territorio nazionale e non si orientino verso un target di ripristino degli ecosistemi degradati.
In merito, nel Rapporto del 2020 l’ASviS ha rilanciato, seguendo il dibattito internazionale e la Strategia europea, il Target del 30% di ripristino degli ecosistemi degradati al 2030, per dare concretezza all’obiettivo di “crescita rigenerativa che restituisce al Pianeta più di quanto prende”, assunto dalla Commissione europea nell’ottavo programma quadro per l’Ambiente.
Manca poi una visione sistemica nelle politiche. Non viene data considerazione alle raccomandazioni presentate nel quarto rapporto annuale sul capitale naturale 2021: “la nostra deve essere la prima generazione capace di lasciare i sistemi naturali e la biodiversità dell’Italia in uno stato migliore di quello che abbiamo ereditato”, si legge infatti nel documento, che ricorda che è necessario avviare una grande “opera pubblica di tutela e rispristino dei nostri ambienti terrestri e marini, base fondamentale del benessere e della salute di tutti noi”.
In merito a questo Goal l’Italia un andamento negativo a causa del netto peggioramento della frammentazione del territorio e della copertura del suolo. La crisi pandemica e i conseguenti periodi di lockdown hanno allentato, anche se solo temporaneamente, l’impatto sugli habitat naturali terrestri, registrando una riduzione degli ettari consumati nel 2020 rispetto al 2019 (-13,8%). Questo però non è sufficiente a compensare l’andamento negativo registrato anche nel 2020; infatti il suolo consumato raggiunge nel 2020 il valore peggiore della serie storica attestandosi al 7,1%.
Contesto internazionale
Le foreste coprono il 30% della superficie terrestre e, oltre a offrire cibo sicuro e riparo a centinaia di specie viventi, esse sono essenziali per il contrasto al cambiamento climatico, e la protezione della biodiversità e delle dimore delle popolazioni indigene. Tredici milioni di ettari di foreste vanno perse ogni anno, mentre il persistente deterioramento dei terreni ha portato alla desertificazione di 3,6 miliardi di ettari.
Fatti e cifre
- Approssimativamente 1,6 miliardi di persone dipendono dalle foreste per il loro sostentamento. Questo numero include circa 70 milioni di individui presso le popolazioni indigene.
- 2,6 miliardi di persone dipendono direttamente dall’agricoltura, ma il 52% del terreno utilizzato per l’agricoltura è moderatamente o gravemente affetto da deterioramento del suolo.
- A causa della siccità e della desertificazione, vengono persi 12 milioni di ettari ogni anno (23 ettari al minuto), terreni dove potenzialmente avrebbero potuto essere coltivate 20 milioni di tonnellate di cereali.
- Delle 8.300 specie di animali conosciute, circa l’otto per cento si è estinto e un 22% è a rischio estinzione.
- Il pesce fornisce il 20 per cento di proteine animali a circa 3 miliardi di persone. Dieci specie da sole offrono circa il 30% di pescato in mare per le industrie ittiche, e dieci specie contribuiscono circa al 50% della produzione derivante dall’acquacoltura.
- Oltre l’80% dell’alimentazione umana deriva dalle piante. Tre colture cerealicole da sole – riso, mais e grano – forniscono il 60% dell’apporto calorico quotidiano.
Le proposte dell’ASviS su "Vita sulla Terra"
- Occorre elaborare una nuova Strategia nazionale per la biodiversità, in linea con le indicazioni europee e internazionali, integrandola anche con specifici capitoli per le aree montane.
- Presentare entro il 2022 un Piano d’azione nazionale per il ripristino dei sistemi naturali, che deve integrare l’obiettivo del recupero di almeno il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030.
- Rivedere la Strategia forestale, definendo obiettivi specifici per la protezione e il ripristino degli ecosistemi, per l’assorbimento del carbonio e per l’adattamento ai cambiamenti climatici (Goal 13).
- Pianificare un quadro d’azione specifico per l’arresto del degrado del suolo e il contrasto alla desertificazione.
- Intervenire sul fenomeno del traffico di specie, sviluppare il principio di condivisione giusta ed equa derivante dall’utilizzo delle risorse genetiche e investire sulle attività di ricerca e monitoraggio per far fronte all’impatto delle specie aliene invasive, al fine di garantire la difesa della biodiversità.
- Assicurarsi che le misure di contabilità pubblica ambientale entrino in vigore dal prossimo esercizio finanziario, dandone conto in tutti i successivi atti di pianificazione finanziaria e non-finanziaria.
- Definire un quadro finanziario integrato a servizio dell’attuazione della Strategia per la biodiversità e del Piano di protezione e ripristino degli ecosistemi, introdurre misure di fiscalità ecologica per finanziare le azioni orientate al ripristino della biodiversità e costruire un piano con una sequenza temporale definita per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi.
Target
15.1 Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l'uso sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e nell’entroterra e dei loro servizi, in particolare le foreste, le zone umide, le montagne e le zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali
15.2 Entro il 2020, promuovere l'attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente l’afforestazione e riforestazione a livello globale
15.3 Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno
15.4 Entro il 2030, garantire la conservazione degli ecosistemi montani, compresa la loro biodiversità, al fine di migliorare la loro capacità di fornire prestazioni che sono essenziali per lo sviluppo sostenibile
15.5 Adottare misure urgenti e significative per ridurre il degrado degli habitat naturali, arrestare la perdita di biodiversità e, entro il 2020, proteggere e prevenire l'estinzione delle specie minacciate
15.6 Promuovere la condivisione giusta ed equa dei benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse genetiche e promuovere l'accesso adeguato a tali risorse, come concordato a livello internazionale
15.7 Adottare misure urgenti per porre fine al bracconaggio ed al traffico di specie di flora e fauna protette e affrontare sia la domanda che l'offerta di prodotti della fauna selvatica illegali
15.8 Entro il 2020, adottare misure per prevenire l'introduzione e ridurre significativamente l'impatto delle specie alloctone (aliene) invasive sulla terra e sugli ecosistemi d’acqua e controllare o eradicare le specie prioritarie
15.9 Entro il 2020, integrare i valori di ecosistema e di biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità
15.a Mobilitare ed aumentare sensibilmente le risorse finanziarie da tutte le fonti per conservare e utilizzare in modo durevole biodiversità ed ecosistemi
15b Mobilitare risorse significative da tutte le fonti e a tutti i livelli per finanziare la gestione sostenibile delle foreste e fornire adeguati incentivi ai paesi in via di sviluppo per far progredire tale gestione, anche per quanto riguarda la conservazione e la riforestazione
15.c Migliorare il sostegno globale per gli sforzi a combattere il bracconaggio e il traffico di specie protette, anche aumentando la capacità delle comunità locali di perseguire opportunità di sostentamento sostenibili